Verso un concetto di sicurezza: la gestione della pericolosità degli eventi naturali e delle attività umane nella progettazione delle costruzioni

In VITALITY, una parte fondamentale della ricerca sta studiando il comportamento del patrimonio edilizio, e degli interventi che si possono fare per mitigare i rischi che sorgono in seguito a eventi naturali e comportamenti umani. E’ il WP2, “Integrated structural monitoring and simulations for advancing building safety and resilience“, coordinato dal Professor Alessandro Zona, il protagonista di questa attività.

Professore, in che modo gli eventi naturali possono danneggiare il patrimonio edilizio dei nostri territori e, conseguentemente, portare rischi per la salute delle persone?

Eventi naturali quali terremoti, frane, inondazioni e condizioni climatiche estreme legate ai cambiamenti climatici, possono determinare danni severi nelle strutture e nelle infrastrutture, con perdite economiche date dalle interruzioni dei servizi e dai costi di riparazione. A ciò si aggiungono, nei casi più gravi, anche perdite di vite umane. Le ragioni di questo rischio di danno sono da ricercare in due aspetti principali: 1) gli eventi naturali possono raggiungere intensità più grandi di quelle previste nel progetto; 2) il degrado delle costruzioni, legato al naturale invecchiamento, a volte più veloce per via di condizioni ambientali più aggressive di quelle inizialmente ipotizzate e aggravato dall’inefficacia o mancanza di programmi di manutenzione.

I rischi derivano quindi soltanto dagli eventi naturali?

Gli eventi naturali non sono l’unica fonte di pericolosità per le costruzioni, dovendosi tra queste annoverare anche le stesse attività umane. In questo ambito si spazia da errori e negligenze di vario genere fino ad atti di danno deliberato. Alcuni esempi: errori umani nelle fasi di progetto e/o realizzazione nelle nuove costruzioni e negli interventi di ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti; negligenze nei controlli di qualità dei materiali da costruzione; cambi di destinazione d’uso che hanno portato a sovraccarichi non compatibili con le capacità di resistenza previste nel progetto; errori ed incidenti nelle attività umane che hanno determinato condizioni di sollecitazione anomale quali esplosioni, incendi, impatti di mezzi meccanici contro pilastri e travi; atti di vandalismo e nei casi più estremi attacchi terroristici.     

In che modo è possibile affrontare le sfide che derivano dal quadro che ci ha esposto?

Gli scenari possibili da affrontare per garantire la sicurezza delle costruzioni sono inevitabilmente variegati e spesso complessi. In tali condizioni è essenziale l’utilizzo di metodologie e protocolli per la gestione della pericolosità degli eventi naturali e delle attività umane nella progettazione delle costruzioni. Proprio su tali aspetti sono concentrate alcune delle attività di ricerca portate avanti dal WP2 di VITALITY, dedicate ai più recenti sviluppi dei metodi probabilistici per gli eventi naturali e ai metodi basati sugli scenari di danno per gli eventi legati alle attività umane.

Con il professor Zona, vedremo nei prossimi giorni come il progetto VITALITY mira alla definizione di un vero e proprio protocollo, che possa essere utile a realizzare un monitoraggio permanente delle costruzioni.

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